
Succivo. Ancora un giro per Succivo, località Depuratori. Ancora un altro sversamento. Ancora Amianto. (la foto l'ho fatta ieri)
"Qui si fa l'Italia e si muore" ...il parlamento europeo ci salvi dalla catastrofe!




Marcianise. A pochi passi dal tempietto dedicato a Santa Venere, in piena campagna marcianisana, sotto i piloni dell'alta velocità, c'è un sito che per anni è stato preso di mira per sversamenti di materiali di ogni sorta. Il posto poi è stato chiuso con un muretto in cemento armato con un cancelletto di ferro. ma avvicinandosi ai cumuli che vi sono all'interno ci si accorge subito che la recizione (rete metallica) di uno dei lati perimetrali è stata in gran parte divelta, lasciando libero il passaggio per chi voglia di nuovo continuare a sversare. Uno scenario da far paura. Un puzzo soffocante che arriva a farti bruciare gli occhi e la gola. Giusto il tempo di qualche foto subito via, non ho resistito oltre. Visto il modo in cui viene tenuto ho motivo di pensare che nè il comune di Marcianise, nè altri organi competenti effettuano regolari controlli per verificare si vi siano o meno altri sversamenti. Per tutto il tracciato che ho percorso vi erano, per terra, residui di quelle sostanze tossiche che più in là, affianco ai piloni, erano accumulati. Il vento li sparpaglia e li porta ovunque. E la pioggia fa il resto. Sconcertante l'aver intravisto a 5/6 metri dai cumuli (attraverso una staccionata di vecchie lamiere) un vecchio contadino intendo a raccogliere ortaggi.




Succivo. Giovedì 20 Novembre.



E' lunedi 17 Novembre dell'anno 2008. Le campagne di Succivo si svegliano senza stupore con l'ennesimo sversamento di rifiuti e scarti di industrie. Ancora Grossi imballaggi di stracci e vecchi capi di vestiario che qualche azienda avrebbe dovuto riciclare ma che ha portato qui, in località Depuratori, lungo una stradina di campagna che costeggia il canale che dal locale Impianto di
depurazione che prende la via del mare, verso la costa casertana. Semplice il ragionamento dei criminali ambientali: "abbiamo scaricato tre settimane fa, gli stessi rifiuti, nello stesso posto...nessuno è intervenuto, nessuno ha messo in piedi un sistema di controllo, nesuno dice nulla...e quindi...lo rifacciamo, che ce ne fotte!" E in tanto la nostra povera Campania va in fumo.Nella tarda serata di giovedì, dopo cinque ore di udienza, il giudice del Tribunale di Nola, Carmela Di Iorio ha emesso la sua sentenza: Cuono Pellini, titolare dell'omonima impresa di smaltimento dei rifiuti, che avrebbe, secondo quanto emerso dall'inchiesta, avvelenato le campagne acerrane, è stato condannato a tre anni di reclusione, al pagamento di un risarcimento di 100000 euro ai pastori Cannavacciuolo ed all'ammenda di 15000 euro. Neanche tanto se si pensa, non solo ai guadagni che all'impero economico accumulato dalla famiglia Pellini, anche grazie alle attività illecite ed al maxi-contratto stipulato col comune (si parlò allora di 10 milioni di lire al giorno), quanto allo sterminio del gregge dei Cannavacciuolo.
La discarica in località Lenza-Schiavone ha ospitato per diversi anni i rifiuti provenienti da diverse città della provincia e diretti poi nel Nord Italia: in quel terreno Pellini smaltiva anche sostanze tossiche provienienti da imprese di Veneto, Toscana e Lazio, grazie alla connivenza di dipendenti comunali e forze dell'ordine. Una maxi inchiesta che si è tramutata nel processo, che giovedì ha portato alla condanna di primo grado e che ha accertato, oltre ai traffici illeciti, anche l'assoluta mancanza di licenze per quello che prima del 2000 era semplicemente un terreno agricolo, prima di trasformarsi nel pattumiera della Campania e non solo. Grazie alla ditta che curava l'intero ciclo, Pellini rimetteva nel mercato come fertilizzanti, anche le sostanze tossiche, dopo averle trattate.
I reati contestati a Pellini sono per i reati di realizzazione di discarica abusiva, immissioni di esalazioni moleste e costruzione ed attivazione di impianto in assenza di autorizzazione all’inquinamento atmosferico. Un processo durato poco più di due anni, durante i quali tanti sono stati i momenti critici, come dimostrato dai continui incendi dolosi, di cui è stata fatta oggetto la discarica posta sotto sequestro. Intanto da viale Democrazia arrivano le prime reazioni alla sentenza: molto soddisfatto l'avvocato Maurizio Balletta, che ha difeso il Comune di Acerra, costituitosi parte civile nel processo. All'udienza conclusiva c'era anche il sindaco Espedito Marletta ed in quel caso l'avv. Balletta ha definito "carta straccia" le autorizzazioni comunali e commissariali per la costruzione della discarica esibite da Pellini.
Su questo punto però è molto forte la reazione dell'assessore all'Ambiente, Andrea Piatto, che sottolinea le gravissime responsabilità che ebbe l'allora classe dirigente sulla vicenda: "La sentenza contro Pellini è un implicito giudizio politico nei confronti dell’Amministrazione comunale precedente e tutto il centro-destra di Acerra -dichiara l’assessore all’Ambiente, Andrea Piatto- perché tutto nasce da ordinanze sindacali e contratti palesemente illegittimi, e concessioni edilizie rilasciate senza nemmeno il protocollo. Tanti legalitari e moralisti di oggi, ieri cosa controllavano?". "Il Comune di Acerra è stato capace, grazie al lavoro della nostra Amministrazione comunale, di fare pulizia al proprio interno e di rimuovere tutte quelle connivenze con apparati poco trasparenti -conclude l’assessore- per questo ora bisogna attendere le motivazioni della sentenza ed agire di conseguenza contro chi doveva controllare e non ha controllato, chi doveva impedire e non ha impedito".





