venerdì 30 gennaio 2009

In fiamme rivendita Bemybit di Cesa, è disastro ambientale

Inquietante lo scenario che si è registrato nel pomeriggio di ieri, Venerdì 30 Gennaio, nella periferia di Cesa, cittadina dell'agro aversano. Distrutto dalle fiamme, che si sono levate fino alla tarda serata, lo stabilimento della Bemybit , azienda di proprietà dei fratelli Belardo sita in via Libertà. Spettacolo agghiacciante quello a cui si è potuto assistere fin dal primo pomeriggio, dalle 15.30 circa: una coltre di denso fumo nero ha invaso i paesi confinanti a Cesa, saturando l'aria di un acre maleodore, molto simile a quello della plastica che brucia. Il deposito infatti conteneva diverse tipologie di materiali altamente tossici e che inevitabilmente sono andati distrutti dalle fiamme. Disastro ambientale, non vi sono altre parole per descrivere l'mmane rogo, causato, con molta probabilità, da un incendio appicato nella vicina campagna dal solito ecocriminale intento a bruciare rifiuti. Il vento ha fatto il resto, nel gonfiare le fiamme e nel trascinare l'enorme mole di veleni per Km su tutto il circondario. Fioccano già le prime preteste da parte dei cittadini del circondario che accusano le autorità di essere intervenute troppo in ritardo per domare le fiamme.

La grossa nube di fumo vista, già in prima serata, da Gricignano di Aversa

mercoledì 28 gennaio 2009

Sequestrata discarica abusiva dietro cimitero di Capua

Capua – Il GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Dott. Provitera, su richiesta del Pubblico Ministero, Dott. Guarriello della Procura della Repubblica sammaritana, ha convalidato il sequestro operato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, in servizio presso i Comandi Stazione di Caserta e Castelvolturno, dell'area attigua al Cimitero di Capua, divenuta con tempo una vera e propria discarica abusiva per il costante e continuo abbandono di ogni tipologia di rifiuti connessi all'attività di pulizia e manutenzione del plesso cimiteriale.
Nel corso dei primi accertamenti, gli agenti della Forestale hanno riscontrato che, su una superficie di 200 metri quadrati, sono stati abbandonati rifiuti vegetali, residui dei lumini come plastica, alluminio e cera, pezzi di vetro, materiale inerte derivante da attività di demolizioni edilizia di opere cimiteriali, come scarti di cemento armato, lapidi di marmo e residui di guaine isolanti, di cartongessi e di legno.
L'area ubicata alle spalle del cimitero cittadino, proprio a causa del costante incontrollato abbandono di rifiuti è divenuta poi anche luogo di scarico di rifiuti ingombranti, quali divani, frigoriferi, materassi e lavabi, nonché materiale polverulento di colore nero–grigio, presumibilmente derivante da lavorazione industriale.
Il personale Forestale operante, oltre ad aver segnalato all'Autorità Giudiziaria, P.R. di anni 57 e D.G. di anni 58, entrambi di Capua, le cui responsabilità connesse agli incarichi della gestione e dello smaltimento dei rifiuti cimiteriali sono ora al vaglio della Magistratura, hanno anche chiesto l'intervento dell'A.R.P.A.C.– Servizio Territoriale – Settore acqua, suolo e rifiuti di Caserta per la caratterizzazione del materiale sversato.
fonte Caserta News

Ennesimo abbandono di rifiuti ingombranti nell'oasi Lago Campolattaro

Benevento – L'ennesimo mucchio di rifiuti abbandonati è stato scoperto nei giorni scorsi dagli addetti alla vigilanza del WWF nell'area dell'invaso di Campolattaro, a distanza di due sole settimane dall'episodio precedente. Materassi ed altri oggetti ingombranti, sacchi, vari oggetti di plastica, bidoni sono frequentemente depositati lungo la strada "circumlacuale", che costeggia tutto il lato destro dell'invaso tra Campolattaro e Morcone (vedi 2 foto allegate). Purtroppo, nonostante le denunce del WWF alle autorità ed agli organi di polizia, finora non è stato possibile ottenere misure repressive, che con le recenti disposizioni legislative potrebbero portare all'arresto degli esecutori. Nei due Comuni, invece, le ripetute sollecitazioni hanno avuto qualche effetto, poiché nello scorso settembre è stata organizzata una "giornata ecologica" per la raccolta dei rifiuti abbandonati (vedi foto allegata): ci si augura, ora, che l'avvio della raccolta differenziata diffonda ancora di più una maggiore consapevolezza dell'ambiente.
In effetti, il territorio non sommerso dell'invaso, espropriato oltre 20 anni fa, è considerato "terra di nessuno" e quindi dove tutto è lecito: caccia, pesca senza regolamentazione, motocross, pascolo e abbandono di rifiuti. La Provincia, con la convenzione stipulata con il WWF nel 2003, sembra essersi lavata le mani di tutto quanto accade nella fascia di territorio intorno al lago; le altre Forze dell'Ordine (Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, ecc.) sono sempre impegnate in attività più importanti o non hanno risorse sufficienti…
Va riconosciuto all'Assessore all'Ambiente Aceto un primo tentativo di affrontare i problemi di quest'area, riunendo attorno allo stesso tavolo i numerosi, troppi, soggetti interessati; dai vari settori dell'Ente Provincia all'Ente di Irrigazione di Puglia, Basilicata e Campania (gestore delle acque), dai Comuni all'Autorità di Bacino, dalla Comunità Montana all'Agenzia del Demanio, per finire con il WWF, che dovrebbe occuparsi solo degli aspetti naturalistici e della vigilanza relativa. Difatti, la vigilanza assicurata dall'Associazione, è finalizzata alla salvaguardia diretta degli animali presenti (soprattutto uccelli) ed indiretta (in particolare durante il periodo riproduttivo qualsiasi presenza umana risulta una possibile minaccia).
Si attende ora che il problema sia non solo affrontato con la necessaria risolutezza, richiamando anche le Forze dell'Ordine competenti ad una maggiore attenzione. Sicuramente tutti apprezzerebbero di più l'Oasi del Lago di Campolattaro anche per le funzioni paesaggistiche e ricreative se fosse mantenuta in uno stato migliore, permettendo anche lo sviluppo di attività connesse al turismo, allo svago ed al tempo libero.Con l'ultimo incontro l'iter è stato completato e si attende ora la delibera regionale che, accogliendo la richiesta della Provincia, investa il Ministero dell'Ambiente per la trasmissione formale dell'aggiornamento alla Commissione Europea.
fonte Caserta News

lunedì 19 gennaio 2009

Correva l'anno 2009


Sant'Antimo, 19 gennaio 2009, ore 13:00. Non è un caso isolato. L'emergenza non è mai finita e ogni parola è superflua per raccontare quello che accade in terra di camorra: tutto è stato già detto e ripetuto. E la storia va avanti, senza che nessuno "possa farci niente". Cambierà qualcosa? Forse no, o forse si, o forse ancora no. "Wua finalmente è iniziato il grande fratello" sento bisbigliare ad un ragazzino rivolto al compagno, mi passano e vanno oltre. Io resto a pensare: adda passà a' jurnata!

mercoledì 14 gennaio 2009

Regi Lagni. Correva l'anno 1610, quando le bonifche le facevano...

Ultimamente mi vado interrogando sul perché alla parola “borbonico” è stata sempre data un’accezione negativa. Si dice “borbonico” di un sistema o di un certo modo di fare (magari di una amministrazione) vecchio, antiquato, o magari autoreferenziale. Sia chiaro che non intendo esprimere un giudizio storico su quello che sia stato il governo del Regno delle due Sicilie da parte dei vari vicerè borbonici che si sono succeduti, lungi da me. Ma i fatti parlano chiaro. Prendiamo ad esempio il regi lagni. Non hanno essi rappresentato una delle più grandi opere di ingegneria idraulica che siano state messe in opera a quei tempi? Si. Correva l’anno 1610 quando furono avviati i lavori, che terminarono circa 6 anni più tardi, subendo tuttavia, nel corso dei secoli, diverse modifiche ed ampliamenti. Ma dov’è il punto? Beh, il punto sta nel fatto che l’intera opera rientrava all’interno di uno dei più grandi, sempre per quell’epoca, progetti di “bonifica” mai fatti su ampia scala. Bonifica, che bella parola!.. (una volta ho sognato di fare la fine del vecchietto di “Così parlò Bellavista” - il film di Luciano De Crescenzo - che si svegliava solo al suono della parola “milione”, ricordate?). Si trattava insomma di canalizzare le acque dell’antico fiume Clanio e quelle che scendevano dai monti dritti nella piana campana e che concorrevano spesso alla formazione di vaste zone paludose. “Opera di bonifica” che funziona tutt’ora, a distanza di quattrocento anni. Nel secolo Ventunesimo invece, con Napoli e la Campania “restituite all’occidente” (queste le parole dello psiconano), non si riesce nemmeno ad organizzarsi per fare una semplicissima operazione di raccolta differenziata. La parola bonifica è meglio che non la pronunciamo proprio, pare che di questi tempi porti iella! Ebbene, stando così le cose ci sarebbe da fare una lunga serie di riflessioni. Le mie ve le risparmio. Tranne una: incominciamo ad usare al posto di “borbonico” il termine “italico”! …così, tanto per ridare almeno il giusto valore alle parole!

domenica 11 gennaio 2009

Un pò Harlem, un pò Gomorra

un bellissimo articolo tratto da Agora Vox
Ogni volta che sono all’estero e pronuncio la parola Napoli, e mi chiedono: "Gomorra"?
Io rispondo No! American Gangster.
Già: per me Napoli è anche un pò Harlem, non solo Gomorra.
Harlem è anche l’altra faccia della medaglia, non solo quella di chi riesce a costruire virtuosi imperi grazie alla polvere bianca, ma anche quella di chi la mattina finge di contrastare la criminalità organizzata, e la sera nasconde le mazzette del boss sotto la cuccia del cane.
Gomorra è solo la Napoli massacrata dalla camorra e dall’ignoranza.
Gomorra è solo la Napoli trucidata dalla criminalità e dalla prepotenza.
Gomorra è solo la Napoli che interessa a giornali e telegiornali.
Per chi ancora non avesse visto lo stupendo film di Ridley Scott con Denzel Washington e Russell Crowe, American Gangster è la storia di Harlem degli anni ’70, quartiere di Manhattan, ed è la vera storia di Frank Lucas (D. Washington) trafficante internazionale di droga e Boss di Harlem. American Gangster è anche la storia di Richie Roberts (R. Crowe), detective ebreo ed incorruttibile. Richie i problemi ama risolverli davvero, e cerca di estirparli alla radice, indagando sia sui traffici di droga e sulle varie piazze di spaccio, sia sulla corruzione e sulla concussione che dilagano nel suo commissariato.
Indaga sui topi di fogna, ma anche sulle talpe in famiglia.
Richie riuscirà a scomporre pezzo per pezzo tutti i tasselli che compongonoil sistema perfetto che mortifica Harlem e la sua gente, grazie a Frank, indotto a pentirsi, e grazie ai suoi nomi. Questo film mi ritorna in mente, ma soprattutto mi ritorna in mente la domanda finale di Frank a Richie, ogni qualvolta leggo notizie come questa.
L’ennesimo ristorante che chiude per "camorra".
Chiuso dopo quattro attentati del racket in cinque anni. Il racket o le estorsioni, per alcuni sociologi sono i ricatti morali, economici e sociali. Anch’io ho un amico che subisce il racket. Anzi, "il pizzo" Made in Italy.
Ma subisce un’altro tipo di pizzo.
Non quello che fa chiudere fabbriche e ristoranti, ma quello che li tiene in vita. Subisce il pizzo perchè viene sottopagato in un pub. Il pizzo, o meglio in sociologia, subisce un ricatto morale, economico e sociale. Per intenderci, Genny, il mio amico è ’nu buon guaglion. Va a giurisprudenza, tiene 28 anni, dopo 7 anni tra 1 pò si laurea. Lavora in un pub il sabato e la domenica, per 30 euro al giorno. Il mio amico Genny sogna di fare il magistrato, non quello che li arresta, ma quello che li fa arrestare. Ogni volta che li vede, quelli che si vengono a prendere la "mesata" nel pub... li vede.
Li arresterebbe, vorrebbe farli arrestare, sognerebbe.
Ma piuttosto che ripassare il condizionale, abbassa la testa e va a lavorare. Così come abbassa la testa ogni sabato e domenica sera. Ogni tanto lavora tanto, tanto di più, guarda il suo titolare ed abbassa la testa. Allunga la mano, si prende i 30 euro, e senza Irpef , senza Inps, senza Inail, senza Cgil Cisl o Uil, si mette sulla Vespa e se ne torna a casa.
Il Titolare subisce il pizzo. Genny subisce il pizzo. E’ una ruota infernale.
Però purtroppo le associazioni anti-racket nascono solo per i titolari, non per i buoni ’uaglioni.
E non dimentichiamo Monnezzopoli.
Forse se "l’emergenza monnezza" non ci fosse stata non ci sarebbe stato nemmeno Berlusconi IV.
L’Italia intera dovrebbe ringraziare Napoli se oggi abbiamo Berlusconicon il 70% dei consensi. Vedere la monnezza sfruttata in campagna elettorale come "conditio sine qua non" è stato stupendo. Un’ immagine che resterà nella storia della politica italiana.
Credo che il governo Prodi sia caduto per la monnezza e non per Mastella. Grazie agli incendi dei cumuli, alle manifestazioni contro le discariche. L’Italia che affogava nella diossina tutti i giorni veniva ripresa dal Time, dal Washington Post, dall’ Equipe, dal The Guardian, dal New York Times. Poi l’ 8/5/08 Berlusconi ritornò ed ecco che l’Italia tornò a risplendere. Una spruzzatina mediatica di Wc-Net ed ecco ritornare i cinesi con le macchine fotografiche. I cinesi sono tornati, ma non sono più tornati milanesi e veneziani.
Da quando hanno saputo che dalle mie parti arrivavano i loro rifiuti tossici hanno deciso di rinunciarci. Si sono trovati di fronte ad un bivio che li poneva nell’imbarazzante situazione di scegliere tra loro stessi o i rifiuti tossici.
Hanno scelto per la seconda opzione.
Meglio una pizza con la sottiletta che con la mozzarella alla diossina.
Le verità è che Gomorra non descrive la verità, ma descrive una verità.
Una parte della verità.
Quella di Harlem, di American Gangster.
Quella che non vincerà l’Oscar con Gomorra, quella che non sarà un’etichetta negativa. Quella che si conosce, ma troppo poco. Quella che si combatte, ma troppo poco. Quella che però è la parte fondamentale, ciò quella che rende il sistema inefficiente.
La domanda che fa il boss Frank al detective Richie è:
"Ma è vero che hai trovato 1 milione di dollari nel bagagliaio di un auto e li hai restituiti?" "Ma allora quanto vuoi, dimmi cosa vuoi?"
Ed il detective Roberts risponde:
"Voglio i NOMI".
A Napoli i nomi sono di quelli che oggi puntano il dito, e domani già hanno dimenticato le magagne che hanno fatto ieri.
A Napoli i nomi sono di quelli che conoscono i problemi ma leggono i giornali. E soprattutto sono i nomi di chi pretende di risolvere i problemi, guardando i telegiornali.
Proprio come se stessimo in Italia.

giovedì 8 gennaio 2009

Ci sono i rifiuti tossici? abbelliamoli con una bella staccionata

Girare per il territorio in cui vivi alla ricerca di luoghi esotici da fotografare, e accorgersi che ad ogni tour se ne scoprono sempre di nuovi e più strambi, è un'emozione che non può essere descritta. Specie se sei del parere la "foto migliore" è sempre quella che "dovrai scattare". Quello che non si racconta non esiste ci ha insegnato il grande Tiziano Terzani, ma io aggiungo che quello che si fotografa non solo viene strappato dall'oblio della memoria, ma viene rimescolato nel vortice della storia ed assume una nuova vita, continua a parlare a chi vorrà trattenervi sopra lo sguardo. Il posto in questione già lo conosciamo, si tratta di quel dedalo di vicoli e viuzze che si diramano dalla via Piro di Casaluce, tristemente resa nota dagli sversamenti di rifiuti tossici prodotti dalle industrie campane e non. Questa volta c'è da segnalare la stranezza delle staccionate di legno che vedete nelle foto. é meno di un anno che sono state messe, nell'ambito di un progetto di valorizzazione e riqualificazione di una campagna tra le più fertili al mondo. La volontà, oltre all'adeguamento ed assestamento dell'assetto stradale, di far costruire delle staccionate ai bordi delle stradine, è stata dettata dalla considerazione che le campagne casalucesi in sè rappresentino un esempio magnifico della rigogliosa (bell tiemp e' na' vota) "Campania Infelix". Lo stesso comune di Casaluce, nella seconda metà del secolo scorso, unificato a quello di Frignano e Teverola, era stato denominato col toponimo di "Fertilia", tanto erano preziose le qualità dei suoi terreni. E vengo alla domanda di oggi: era proprio necessario mettere quelle staccionate senza aver prima effettuato un'operazione di rimozione di tutte quelle tonnellate di detriti, materiali inerti, e rifiuti tossici di ogni genere? La staccionata, si saranno detti, andava fatta a tutti i costi! E quindi? "quindi spostiamo i cumuli di riufiuti (verso i recinti dei privati) e completiamo il lavoro!" E quando i cumuli dovranno essere rimossi? Nel momento in cui si metterà mano alla bonifiche tanto agognate, cosa accadrà? Rompiamo la staccionata, diranno, e così via, alè...
Per non parlare del fatto che un pò alla volta i km di staccionata spariscono, pezzo per pezzo, un pò alla volta. In ogni caso, considerazioni inattuali a parte, è uno spettacolo ripugnante. E noi fessi paghiamo!

lunedì 5 gennaio 2009

Casaluce: l'efficenza del crimine e lo spreco delle risorse pubbliche


Via Piro è la meta preferita per gli sversamenti dagli ecocriminali di tutta la provincia di Caserta. Le ripetute segnalazioni e le varie raccolte di firme dei contadini del posto, aiutati anche da alcuni noti professionisti della città, sono valse a ben poco. Forse proprio a niente se si considera che la situazione peggiora di giorno in giorno. Stando a fonti isituzionali, infatti, è iniziata l'opera di bonifica delle centinaia di siti interessati dagli sversamenti di tritovagliatura, materiali inerti, ingombranti e rifiuti pericolosi di ogni sorta. Ma il punto è un altro: per ogni camion di rifiuti portati via altri due ne vengono sversati. E' un ciclo continuo, che va avanti senza tregua. La questione di tutte le questioni (per dirla alla napoletana), come da tempo vanno denunciando i vari comitati civici campani in difesa dell'ambiente, è il "controllo". E ovviamente l'autocontrollo, che sta per "io contadino se vedo qualcuno che sversa lo devo denunciare alle autorità". Ma di questa infelice località di Casaluce, ultimamente, pare che qualcuno se ne stia interessando. Stando a quanto ci è dato sapere dalle istituzioni locali, sui territori interressati dagli sversamenti, è attivo un servizio di sorveglianza da parte di autorità di polizia. Dalla trsmissione Report, in onda sulla terza rete rai, abbiamo appreso che il servizio di vigilanza in questione c'è, viene effettuato, ma solo in orari d'uffcicio!!! :-O Solo in orari d'ufficio, e quindi dal lunedi al venerdi (forse anche di sabato, non rcordo). E durante le altre ore chi ci pensa ad effettuare i controlli? E' bastato che il "primo giornalista arrivato sul posto" e che chiedesse al "primo contadino trovatosi a passare per caso" per avere "la notizia delle notizie", la "verità delle verità". Bernardo Iovene, titolare dell'inchiesta Terra Bruciata, chiedeva al contadino: "a che ora sversano in questo posto?", e il contadino risponde "alle 4:30 del mttino, perchè?". Le due foto allegate ritraggono tre carcasse di auto smaltite sul posto di recente. Il luogo è lo stesso dove Iovene intervistò il contadino.

domenica 4 gennaio 2009

Alla sbarra gli sciacalli che smaltivano illegalmente le balle di stracci. La magistratura si muove, ma cambierà veramente qualcosa?

(Napoili 19 dic 2008). Sono venti le custodie
cautelari emesse dal Noe, il nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Napoli, per “associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti”. Chiari agli uomini dello stato gli intenti dei criminali, che stamattina hanno diramato una nota con maggiori dettafli sulla vicenda: “dopo accurate indagini siamo riusciti a sgominare un agguerrito sodalizio criminale che si occupava di un ingentissimo quantitativo di rifiuti costituiti da indumenti ed accessori pst-consumo, i cui scarti venivano abbandonati e dati alle fiamme con il carattere della continuità per oltre due anni, determinando un gravissimo inquinamento dei terreni e delle falde acquifere, nonché la liberazione di sostanze altamente nocive in atmosfera”.
Da elogiare l’operato della magistratura, ma sorgono spontanee delle riflessioni.
Si è giunti finalmente alla verità? Si è messa, una volta per tutte, la parola fine allo smaltimento illecito delle balle di stracci che, regolarmente date alle fiamme, hanno infestato e contaminato tutto il territorio della piana Campana? Sarebbe davvero un toccasana l’avere la certezza di una risposta affermativa a questi quesiti. Ma per chi da anni segue da vicino le dinamiche dello “stupro” quotidiano fatto all’ambiente della regione Campania sa che l’ultima parola detta dalla magistratura non serve a preservare il territorio, non serve a redarguire i “prossimi sciacalli” dal commettere altri e più efferati crimini. L’ultima parola, perché ciò non si ripeta, spetta ai cittadini campani. Se questo non accade, se non si prende coscienza di quello che sta accadendo, questa infelice porzione di territorio italico prenderà una piega pericolosa dalla quale non se ne potrà più uscire. Una piega pericolosa che mina le fondamenta dell’intero edificio ideologico su cui si è costruito lo stato italiano. Siamo tutti vittime e carnefici. Per questo e per altri milioni di motivi non si può restare a guardare. Tutti coloro che sono dotati di “lucidità intellettuale” hanno delle precise responsabilità e dei precisi doveri ai quali non si possono sottrarre. Chi lo fa è un assassino! C’è da organizzarsi per far riprendere al popolo campano e meridionale le redini del proprio destino, perché nessun altro lo farà. Le masse campane sono state da secoli abbandonate a se stesse. Il colpo di grazia è stato dato con l’avvento dell’unità d’Italia. La storia ancora una volta è la maestra delle maestre, e ci insegna che dovremmo guardare ad essa per capire il presente. Prima dell’unità l’erario del Regno delle Due Sicilie contava ben 443,2 milioni di lire, la Lombardia 8,1, il Ducato di Modena 0,4, Parma e Piacenza 1,2, Roma 35,3, Romagna, Marche e Umbria 55,3, l’Impero sardo-piemontese 27,0, Toscana 85,2 e Venezia 12,7. Questi dati sono stati elaborati dallo storico statista ed economista Francesco Saverio Nitti (presidente del consiglio tra il 1919 e il 1920). Abbiamo pagato il prezzo della costruzione di una nazione “civile” e lo stiamo pagando ancora adesso, costretti come siamo alla più bieca delle pesti: la sottocultura, che ha generato quello ora è sotto gli occhi di tutti!

venerdì 2 gennaio 2009

Happy new year from the Gomorra's land


Gricignano di Aversa, via Piave, 1 Gennaio 2009 - Tracce di festeggiamenti