"Qui si fa l'Italia e si muore" ...il parlamento europeo ci salvi dalla catastrofe!
giovedì 13 agosto 2009
Come on trash, light my fire!
lunedì 10 agosto 2009
Bonifiche e questione territoriale: Peppe Messina interviene nel merito
Il professor Ortolani, con lucida e impietosa analisi, riguardo all’accordo operativo tra Comune di Caserta e Ministero dell’Ambiente concernente gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree di discarica, stoccaggio e trasferenza esistenti in località Lo Uttaro (che prevede l’erogazione di 10 milioni di euro in quattro anni), ci spiega cos’è una bonifica e cosa si dovrebbe fare effettivamente per recuperare quel territorio così profondamente segnato dagli inquinamenti. In particolare ci ricorda che lui, così come chi scrive, ha più volte denunciato che non possono essere usate le cave a fossa in rocce permeabili che ospitano la falda idrica perché non si può garantire l’isolamento alla base e lateralmente dei rifiuti per oltre 15-20 anni e lo scienziato napoletano ribadisce che :
1) non ci potrà essere bonifica se non si cancella dalle scelte governative la realizzazione della discarica Mastroianni che si trova attaccata a Lo Uttaro;
2) “mentre è semplice rimuovere i rifiuti, allora accumulati sulla superficie del suolo, e portarli in una discarica che dia la sicurezza ambientale di non inquinamento, non è possibile “bonificare” la discarica di Lo Uttaro scavata a fossa con la base che sfiora la falda (si e no due tre metri) che era già inquinata dai rifiuti come accertato dalla Magistratura”;
3) E’ assolutamente impossibile isolare i rifiuti dello spessore di oltre 24 metri in maniera efficace e duratura. “Non si può intervenire alla base dei
4) “Non è possibile eliminare l’inquinamento della falda in maniera efficace e verificabile nonché duratura, a meno che non si spostino gli 8 piani di rifiuti che colmano le fosse. Si può contenere ed eliminare l’inquinamento atmosferico;
4) occorre essere chiari e onesti intellettualmente: “la bonifica dei siti inquinati è necessaria ma non può rappresentare una nuova fonte di facili guadagni realizzando interventi che non servono a restaurare l’ambiente e ad eliminare i focolai di inquinamento;
5) “per quanto riguarda la falda deve essere eseguita una accurata e verificabile indagine di idrogeologia tridimensionale con la caratterizzazione delle acque stabilendo esattamente la distribuzione verticale e laterale dell’inquinamento e le sue cause al fine di definire un piano di tutela ambientale e della salute dei cittadini. Anche se la fonte dell’inquinamento si trova nel Comune di Caserta, gli inquinanti si diffondono nel sottosuolo nei territori comunali circostanti: definita l’area danneggiata vanno messi a punto gli interventi che possono anche non essere attribuiti al solo comune dove è ubicato il sito”;
6) ogni progetto deve essere valutato interdisciplinarmente da tecnici super partes di fiducia dei cittadini in modo da definire quali saranno i reali benefici che discenderanno dalla esecuzione delle opere;
7) “I fondi devono servire solo ad eliminare e contenere l’inquinamento; nessuna forma di compensazione per il territorio circostante non danneggiato da interventi privati e pubblici illegali secondo le leggi dell’ambiente”.
Il professor Ortolani ci ricorda, infine che la situazione di Lo Uttaro è pressoché identica nelle altre aree dove sono state allocate discariche, o siti di stoccaggio o siti di trasferenza, ecc. a cominciare da quelli a San Tammaro, a Santa Maria
Le somme che erano state “promesse” come ristoro hanno subìto nel tempo pesanti ridimensionamenti. L’Accordo quadro prevedeva inizialmente misure di compensazione per il capoluogo e per tutti i comuni che hanno accettato di ospitare discariche o altri “impianti” connessi alla cosiddetta emergenza rifiuti per 526 milioni di euro, tagliati poi dal Governo Berlusconi, in sede di Accordo operativo, a 282 milioni di euro. Il sindaco di Caserta, ing. Petteruti dichiara che “Se da un lato possiamo dichiararci soddisfatti perché si dà finalmente il via ad un’azione non più rinviabile di bonifica e di riqualificazione ambientale in un’area critica, dall’altro non possiamo non lamentare che questo Governo continua a disattendere gli impegni assunti. Per il Comune di Caserta erano stati stanziati inizialmente 18 milioni di euro da impegnarsi in opere pubbliche come compensazione per il danno ambientale. Ora quei 18 milioni sono letteralmente spariti: rimangono solo i dieci milioni che probabilmente non basteranno neanche per la bonifica completa di Lo Uttaro e delle aree attigue, inizialmente prevista a carico del Ministero”. Per il sindaco di Caserta, così come per gli altri amministratori di questo territorio, di destra o di sinistra, non fa differenza, l’”affaire” rifiuti passava non da una questione territoriale ma da una questione finanziaria legata ai cosiddetti compensi per danno ambientale.
Poco è importato al governo Berlusconi, al suo sodale Bertolaso, così come ai rappresentanti degli enti locali di Terra di Lavoro, aver consentito, senza colpo ferire se non quello di alzare il prezzo delle compensazioni che, comunque non arrivano, di allocare discariche, siti di stoccaggio, trasferenza, ecoballe e chi più ne ha più ne metta, in piena conurbazione fra policlinici, alberghi, uffici pubblici e residenze private o nelle aree agricole più fertili e produttive del pianeta (San Tammaro, Santa Maria
Vale la pena ricordare che in provincia di Caserta esiste una superficie agraria utilizzata (SAU) di 107.000 ettari pari al 40,69% della sup. territoriale. Media reg. 43,27%) dove operano oltre 40.000 aziende agricole con un’estensione media aziendale di Ha 2,67 (Media reg. 3,6. Italia 7,4).
Nel territorio di Terra di Lavoro si producono:
· 17 Vini di cui 5 DOC e vari IGT
· Mozzarella di bufala campana DOP
· Mela Annurca Campana IGT
· Castagna del vulcano di Roccamonfina
· Formaggio Caso Peruto (esiste da oltre 2500 anni)
· Formaggio Conciato Romano (si produce da oltre 2000 anni)
· n. 2 olii extravergine di oliva con marchio IGT
· n. 3 marchi famosi a livello mondiale per la produzione di acque minerali
La provincia di Caserta è fra le prime in Italia per la produzione di ciliegie, fragole e nettarine. Il patrimonio bufalino è costituito da oltre 160.000 capi pari a quasi il 50% del patrimonio nazionale mentre la mozzarella prodotta ogni giorno è circa 108.000 kg è pari al 25% della produzione nazionale. Il patrimonio bovino è pari a oltre 25.000 capi. Il nostro futuro è legato dunque all’agricoltura, alla filiera agro industriale, all’ambiente e al territorio. In qualche modo “condannati” alla qualità.
La questione del come si dovrebbe fare la bonifica, quindi, si sposa invitabilmente sul dove sono state fatte tali scelte. In un paese normale le aree appena indicate sarebbero state come minimo recintate, superprotette, poiché lì c’è la dispensa del nostro presente e le risposte al nostro futuro e dove si realizza la ricchezza di questa provincia. Ma la questione dell’agricoltura e del territorio della provincia di Caserta non stanno nell’agenda dei politici e di nessuna forza interessata. Politici interessati solamente ai consensi acritici di un popolo che aspetta ancora un “Salvatore” senza capire che la causa del nostro disastro o della nostra salvezza sono rappresentati da noi stessi.
Se le cose stanno così, la domanda da porsi è: “Dove stiamo andando? Qual è l’idea di sviluppo che la politica ha di questo territorio?”.
Mi viene di ricordare, a questo punto, un antico adagio indiano che dice: “Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
domenica 9 agosto 2009
Auto bruciate, il fenomeno si intensifica sul territorio di Gricignano e Teverola
lunedì 3 agosto 2009
ALLARME INCENERITORE DI ACERRA, SODANO: ‘SITUAZIONE GRAVISSIMA’
A 128 giorni esatti dall’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra il valore delle PM10 (Il Decreto ministeriale n°60 del 02/04/2002 recita che “Il valore giornaliero di 50 µg/m3 non può essere superato più di 35 volte nell’arco dell’anno solare” ) è stato superato nell’area della zona industriale di Acerra di ben 50 volte, e per diversi giorni è stato molto prossimo alla soglia dei 50 e in alcuni giorni sulle tabelle c’è un N.D.(non disponibile) Ieri, giovedì 30 luglio è arrivato a 117,2 µg/m3.!
Non ho piu’ parole per evidenziare una situazione gravissima! C’è una legge che va applicata e chi non lo fa si rende corresponsabile del disatro ambientale che si sta producendo con gravi conseguenze per la salute delle persone. Una settimana fa chiedevo l’intervento della Procura ( a cui mi sono rivolto con una denuncia il 1° giugno 2009) per porre sotto sequestro quegli impianti che stanno avvelenando un territorio, oggi lo ripeto con forza in considerazione del continuo e incontrollato sforamento dei valori di emissione.
E continuiamo a parlare solo di tre centraline su un territorio vasto e ci stiamo occupando solo delle Pm10, ma quali sono i valori delle diossine?? Abbiamo diritto a delle risposte chiare. Sull’altare del profitto dell’Impregilo, prima, e della A2A , oggi, non si può sacrificare un territorio!
fonte: ilmediano.it