sabato 3 ottobre 2009

Medici per l'Ambiente sull'emergenza rifiuti in Campania: PRIMA LA SALUTE AMBIENTALE e poi... "gli AFFARI"

Regna il CAOS nelle DECISIONI AMMINISTRATIVE in tema di smaltimento dei RIFIUTI. A parlare è il dottor Gaetano Rivezzi, vice presidente dell'Associazione Medici per l'Ambiente per il Sud Italia (nella foto a fianco)

ll coordinamento Regionale della Campania dei Medici per l’Ambiente è sconcertato per i meccanismi perversi che vengono attuati in tema di smaltimento dei rifiuti, senza che sia possibile un controllo da parte dei cittadini campani di ciò che viene deciso nelle alte sfere per la legge che proibisce di protestare contro la messa a regime di insediamenti considerati ‘ad alto impatto ambientale’. Si giudica, per esempio, molto pericoloso per la salute pubblica il tentativo della NGP Srl (ex Montefibre SpA) di insediare un’industria insalubre di I Classe per lo smaltimento di rifiuti altamente tossici in località Pantano ad Acerra (NA) in luogo di un semplice depuratore, a due passi dall’inceneritore e in un territorio già dichiarato devastato dalla diossina dal Governo nel 2007. E si giudica irresponsabile, altresì, la proposta di insediare un impianto industriale per lo smaltimento di TUTTO il percolato della CAMPANIA a San Tammaro (CE), una struttura che prevediamo ultrapuzzolente per un raggio di 10 Km senza garanzie certe di un basso impatto ambientale (attualmente il percolato viene smaltito in piccoli impianti o, su portata più vasta, in un sito in Calabria, mentre c'è il grave problema dello smaltimento dell' UMIDO che VIENE PORTATO addirittura in SICILIA).

Tutto questo presuppone un COSTO ABNORME !!!

Si invitano, pertanto, le amministrazioni comunali e gli Enti preposti al controllo e alla sorveglianza per la tutela della salute pubblica di valutare attentamente l’opportunità di impedire che impianti siffatti vengano aperti in questi territori (dove da anni SI VIVE MALISSIMO e sono molto elevate le percentuali di patologia tumorale ed endocrina e per incidenza di malformazioni congenite nella popolazione residente) e favorire occasioni di sviluppo ‘ecosostenibili’ mediante l’insediamento di industrie che trasformano, per esempio, i rifiuti indifferenziati in materiali per l’edilizia, ad impatto ambientale zero e possono fin da subito soddisfare l’occupazione di quelle unità (circa 400 operai) che la NGP ha minacciato di licenziare. Una domanda precisa in merito al compostaggio ‘forzato’ fuori regione è: E' STATO COSTRUITO ALMENO UNO (diciamo 1 !!!!) IMPIANTO PER LO SMALTIMENTO DELL' UMIDO ?? Perchè NO ?

L’ISDE fa notare che se non si avviano a compimento i siti di compostaggio regionali questa sarà una piaga continua che continuerà ad operare un cospicuo stillicio delle casse pubbliche, con notevoli ripercussioni sul sistema erariale legato all’aumentoTarsu. In merito a questo problema, riteniamo che il rischio di una nuova ’emergenza rifiuti’ architettata ad arte dalle autorità per aprire gli altri tre inceneritori di Rsu è dietro l’angolo e aumenterà l’impatto ambientale (e di conseguenza quello sulla salute) di entrambe le province di Napoli e Caserta. L' opinione pubblica Italiana ed Estera tornerà ad accusare i CITTADINI della CAMPANIA ( Colpevoli o Vittime?) negando il DIRITTO di ognuno di noi ad avere un AMBIENTE SALUBRE.

Caserta 02/10/2009

Nessun commento: