mercoledì 9 giugno 2010

I Medici per l'Ambiente denunciano il grave ritardo dei risultati del monitoraggio Sebiorec

Acquisite le dichiarazioni a mezzo stampa in data odierna concernenti i drammatici ritardi nel completamento e nella pubblica disponibilità dei risultati dello studio di biomonitoraggio tossicologico su matrici umane definito SEBIOREC, in corso dall’ormai lontanissimo 2007, i sottoscritti Dottori, iscritti all’Associazione Medici per Ambiente (ISDE) della sezione di Napoli e Provincia che, a proprie spese, si sono sottoposti ad analisi di bio-monitoraggio tossicologico risultando contaminati da livelli non insignificanti di sostanze come diossine e diossino-simili come i PCB (policlorobifenili), ritengono certamente poco consone al ruolo, e al limite dell’ingiuria, le affermazioni di “forsennati allarmismi” rese dal Prof Bianchi alla stampa (cfr. Corriere del Mezzogiorno del 05 06 2010, pag. 5)

Appare ormai a tutti bene evidente il significato implicito sia dei gravissimi ritardi che dei sin troppo ovvi ottimistici risultati previsti, grazie ad un biomonitoraggio fatto “a pool di sieri”, e cioe’ con una analisi ed un solo risultato ogni dieci sieri raccolti (quindi 78 analisi per 780 prelievi di siero messi insieme a gruppi di dieci e sole 5 analisi di latte materno su 50 campioni di latte materno raccolti) sovvenzionati dallo Stato per una cifranon inferiore a 2.5milioni di euro nel lontano 2007.

Nostro ruolo e nostro preciso dovere deontologico, fatto a nostre spese, è stato solo quello di tentare (inutilmente!) di accelerare tali indispensabili accertamenti da parte degli organismi competenti preposti, specie regionali.

Di “forsennato” appare ormai chiarissimo che ci sono stati solo ritardi e sottovalutazioni del problema che esigeva interventi, anche di biomonitoraggio tossicologico, più mirati e scientificamente non criticabili (ad esempio abbiamo speso milioni di euro per dosare la diossina nei cassonetti in fiamme e non lo abbiamo fatto nei Pompieri esposti ai roghi ai sensi vigente DL 81/08, ed il disegno dello studio SEBIOREC è stato definito errato dal Prof. Donato Greco e non da noi) e di certo analizzando campioni individuali e non “a pool”, dati i gravissimi dati degli ormai lontanissimi e sempre lentissimi studi di epidemiologia ambientale, successivamente ampiamente confermati dalle analisi disposte dalla Magistratura inquirente e persino da organismi terzi e indipendenti come la Marina degli Stati Uniti (US NAVY) .

Noi abbiamo eseguito le analisi su noi stessi nel giugno 2007, dopo averne fatto pubblica comunicazione in un consiglio comunale ad Acerra, proprio e soltanto per accelerare il SEBIOREC nella infinita stima di Ricercatori insigni come il Prof. Bianchi, ed i risultati li abbiamo resi pubblici e disponibili nel gennaio 2008, negli stessi tempi e modalità di quanto fatto dal Comune di Brescia nel “caso Caffaro “ di pochi anni prima. In data 16 gennaio 2008, per obbligo di legge concernente il doveroso allarme da parte di un medico in caso di conoscenza diretta di grave rischio per la salute pubblica, ne abbiamo fatto anche pubblica Comunicazione al Senato della Repubblica Italiana.

Successivamente abbiamo dovuto assistere, impotenti ma interessati, al prezioso intervento persino della US NAVY a tutela dei propri cittadini.

In pochissimi mesi (marzo 2008-ottobre 2009) la US NAVY ha svolto, elaborato, pubblicato ben 4000 pagine di analisi ambientali ed epidemiologiche ed ha conseguentemente fatto allontanare i propri cittadini e militari dalle zone controllate sulla base del principio di precauzione, che, per i cittadini campani, evidentemente non esiste!

Riteniamo pertanto inaccettabile ed offensivo, ed ormai del tutto inutile, tentare di giustificare ritardi ed omissioni con accuse di “allarmismi forsennati” .

Come nel caso del terremoto dell’Aquila, a nostro avviso appare semmai un penalmente rilevante comportamento omissivo e di assoluta “mancanza di allarme” da parte degli organismi (specie regionali) istituzionalmente preposti alla tutela della salute pubblica in una Regione, come la Campania, che da oltre trenta anni è l’epicentro nazionale del “terremoto” del pericolosissimo e turpe commercio di rifiuti tossici industriali che ha avvelenato, e continua ad avvelenare, con obbligati, conseguenziali e certi riflessi sulla salute pubblica (di ben oltre 370 cittadini come a L’Aquila), il territorio della Regione Campania!

Che poi nei nostri corpi ci siano veleni come diossine, PCB o metalli pesanti dipenderà soltanto da quello che la camorra avrà ormai abbondantemente sversato, da quello che gli organismi preposti a tutela non avranno controllato, e da quello che nostro Signore avrà eventualmente provveduto, miracolosamente, a non farci assumere.

Napoli, li 5 giugno 2010

Dottor ANTONIO MARFELLA , ISDE Napoli

Dottor GENNARO ESPOSITO, ISDE Nola

Dottor LUIGI MONTANO, ISDE Acerra

Nella foto (di Franco Spinelli) il dottor Antonio Marfella

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