di Gennaro Esposito
(Ufficio Stampa Coordinamento Regionale Medici per l'Ambiente)
Napoli, 17 febbraio 2010 – I medici finalmente escono allo scoperto e ammoniscono: “Attenzione. Sono in aumento le patologie legate all’inquinamento ambientale, soprattutto in Campania”. Dopo anni di sopore e timori, la classe medica si dà una mossa e in un convegno tenutosi presso l’Ordine dei medici di Napoli il 15 febbraio scorso ha riunito il gota degli scienziati italiani sulla scottante materia e rivela i primi allarmanti dati. “Diossina nel latte materno, aumento delle mastectomie per cancro della mammella e sottostima delle statistiche ufficiali sui tumori mammari; aumento dei tumori del 3,2% nei bambini e aumento del 300% in 8 anni della spesa farmaceutica presso l’Istituto Tumori “Pascale” di Napoli”. Così Gaetano Rivezzi, coordinatore campano dei Medici per l’Ambiente, subito dopo la fine dei lavori: “Una giornata importante quella di oggi – ha dichiarato il pediatra che lavora all’Ospedale di Caserta – Gli scienziati convenuti hanno portato dati interessanti e aggiornati sullo stato dell’arte della relazione ambiente e salute, con un occhio particolare alla prevenzione primaria. Oggi è stato stimato che il 24% delle patologie ha una causa ambientale. Un dato che deve far riflettere l’intera classe medica, troppo spesso distratta e presa da altri campi della ricerca”. Lo scienziato Ernesto Burgio dell’ISDE ha fatto vedere come le mutazioni delle cellule cancerogene non sono casuali, ma sono dovute a ‘stress’ cellulari causati dalle sostanze tossiche ambientali. E molte mutazioni si trasmettono nelle generazioni future. Sono più di 5200 le discariche abusive e non di rifiuti tossici in Campania, di cui 1.186 solo nella provincia di Napoli. Uno studio condotto proprio da Rivezzi con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo nel 2008 ha evidenziato contaminazione da diossine del latte materno nel 15% di un gruppo di cento donne delle province di Napoli e Caserta. Quelle più contaminate, guarda caso, erano quelle che risiedevano vicino alle discariche. Il Dott. Antonio Marfella, ricercatore del Pascale di Napoli ha rilanciato: “Si spende di più per curarsi di cancro in Campania negli ultimi 8 anni e il livello di polveri sottili nell’aria del capoluogo è stato superato di ben 230 volte quello tollerato, che è 35 per legge! Ciò significa che ci si ammala di più anche per effetto di fattori di inquinamento ambientale, che necessitano di studi approfonditi di bio-monitoraggio”. E i dati allarmanti arrivano anche da uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente nel 1997 e completato solo nel 2007 e che ha riguardato le matrici terreno e acque del litorale domizio-flegreo. Risultati davvero impressionanti, che sono stati sintetizzati in una relazione presentata alla fine del convegno dal Dott. Gennaro Esposito, del comitato regionale Medici per l’Ambiente. “I dati della Società Ati Selc evidenziano la presenza nel Litorale Domizio-Flegreo di migliaia di tossici tra cui Alaclor, Arsenico, Alluminio, Benzoantracene, Benzopirene, Benzofluorantene, Benzoghiperilene, Benzokfluorantene, Berillio, Clordano, Cromo, DDD, DDE; DDT, Dicloropropano, Dibenzoantracene, Dieldrin, Ferro, Floruri, Idrocarburi pesanti, Indenopirene, IPA, Layers, Manganese, Nitriti, Piombo, Stagno, Solfati, Tallio, Vanadio, Zinco. In alcuni casi con valori di migliaia di volte oltre i limiti di legge”. Ad Acerra sono stati rinvenuti nel 2002 e nel 2006: Arsenico, Ferro, Manganese, Cromo VI, Cloroformio, Dicloroetilene, Tricloroetilene, Tricloroetano, Tricloropropano, Dicloropropano, con valori molto al di sopra dei limiti di legge”. “DDD DDE DDT sono stati riscontrati in elevate dosi nel litorale flegreo e non sono compatibili con attività di edilizia abusiva o uso di pesticidi e diserbanti”. Il Dott. Mario Fusco, direttore del Registro Tumori della ex ASL NA 4 di Pomigliano D’Arco, ha evidenziato come il tumore che sta avendo un trend di incidenza è quello del testicolo, mentre per gli altri si assiste ad una sostanziale stabilità. Un bambino su 500 si ammala di tumore e il trend è in ascesa: + 3,2%. La Professoressa Triassi polemizza: ”Da quando hanno tolto la competenza dell’ambiente al ministero della Sanità nel 1993 la situazione è peggiorata. L’Arpa è un organismo a sè, senza rete, nè feedback. Non si può monitorare facilmente la situazione dell’inquinamento e gli effetti sulla salute”. Ma la giornata è stata caratterizzata dall’amaro sfogo dell’assessore all’ambiente della Regione Campania Walter Ganapini, che ha ammesso: ”Sono stato impedito di lavorare per l’ambiente. Nessun organismo deputato al monitoraggio delle criticità ambientali è decollato in Campania. Lascio a voi medici il mio testamento politico. ”Sono sempre stato un ambientalista, ma non mi hanno fatto lavorare come avrei voluto”. ”A Castelvolturno c’è una situazione disastrosa e Menegozzo non mi fa sapere nulla!”. ”Anche ad Acerra avevo chiesto di entrare nell’Osservatorio sull’inceneritore, ma mi è stato impedito”. Accuse pesanti che dimostrano connivenze, omissioni e stranezze legate alle vicende ambientali di una Regione disastrata da almeno vent’anni. Alla fine le richieste dei medici: ”Chiediamo un osservatorio presso l’Ordine dei Medici con l’associazione dei Medici per l’Ambiente per avviare le ricerche e tutelare la salute dei cittadini campani. Dobbiamo recuperare il nostro ruolo di educatori e promotori del valore della salute anche dicendo la verità sui guasti dell’ambiente nella nostra Regione”.
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