mercoledì 24 dicembre 2008

Arrestati i crimanali che hanno disseminato le provincie di Napoli e Caserta di balle di stracci

Di "Terra dei fuochi" parla lo scrittore Roberto Saviano, in alcune pagine del suo "Gomorra". Il giornalista si riferisce a quella porzione di territorio compreso tra le Provincie di Napoli e di Caserta, in cui l'abbandono illecito di rifiuti, anche tossici e nocivi, che sono dati regolarmente in pasto alle fiamme, sono all'ordine del giorno. Tra i Comuni interessati anche Marigliano, dove è noto, anche per i reiterati interventi degli uomini del Corpo Forestale dello Stato, che è sversato di tutto, finanche balle di stracci, nonché di scarpe e di borse (comunque di pellami), che in alcuni casi hanno impegnato anche porzioni dei Regi Lagni.
Di "Terra dei fuochi" si parla, inoltre, in un video scioccante che descrive la situazione predetta tra Napoli centro e provincia.Ora, con "Terra dei fuochi" si deve, tuttavia, indicare anche la maxi operazione condotta a termine, nelle ultime ore, dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli, il cui bilancio si sostanzia in venti arresti (Giuseppe Luiso 38 anni di Casoria, Salvatore Salierno 39 anni di Afragola, Gennaro Salierno 30 anni, Camillo Punzo 33 anni e Ciro Formisano 38 anni di Napoli, Andrea Svetti 19 anni di Acerra, Mattia Garofalo 37 anni di Afragola, Massimo Napolitano 33 anni e Pietro Napolitano 54 di Casoria, Catello Russo 30 anni di Torre del Greco, Andrea Acampora 40 anni e Domenico Acampora 37 di Ercolano, Andrea Cozzolino 25 anni, Virginia Scognamiglio 26 anni e Carmine Oliviero 31 anni di Napoli, Salvatore Colomba 36 anni di Portici e Rosa Cristina Colangelo 32 anni di Caserta).
Diversi sequestri di aziende e di mezzi. I militari dell'Arma hanno smantellato un un'associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, incendiati nelle campagne del napoletano e del casertano. Anche in questo caso per rifiuti si intendono indumenti (quindi stracci) e accessori (quindi anche pellami), abbandonati e bruciati. Si tratterebbe, secondo le indagini, che hanno preceduto il blitz di una prassi portata avanti per oltre due anni. Bruciare i rifiuti non avrebbe chiaramente fatto bene ai suoli, alle falde acquifere e all'atmosfera, per le continue emissioni e immissioni di sostanze tossiche. Un ruolo l'avrebbero avuto nel traffico illecito colpito le aziende sequestrate, che a termine di un trasporto costante di balle di un peso tra i 200 e i 250 Kg ciascuna, l'avrebbero prelevate senza autorizzazioni, con vari automezzi, per abbandonarle e bruciarle nelle campagne. L'organizzazione avrebbe cercato (ma l'operazione ultimata dimostra che non è andata secondo le aspettative) di prestare attenzione ai continui movimenti delle forze dell'ordine per sottrarsi a controlli ed accertamenti, di giorno come di notte. Interessati alla vicenda sono, in particolare, i Comuni di Marigliano, di Acerra, di Afragola, di Arzano e di Caivano. Il tutto era fatto a scopo di lucro. Naturalmente, ingenti erano i risparmi sotto il profilo dello smaltimento di rifiuti qualificati spesso come speciali.

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