Il pm chiede l'archiviazione per l'inchiesta sulla discarica. Nessun nesso documentato tra l'immondizia e i tumori. Prescritti i reati di truffa e falso relativi ai fondi per la bonifica Nessuno paga per l'epidemia colposa
4 maggio 2010
di Vincenzo lurillo
Fonte: Il Fatto
Uno dei luoghi simbolo dello scempio dei rifiuti in Campania è una discarica sita in Contrada Pisani. quartiere di Pianura, periferia di Napoli. Un buco nero di monnezza e di misteri. in cui per quarant'anni si è buttato di tutto. La discarica fu chiusa ufficialinente nel 1996. dopo essere stata utilizzata a lungo come cassonetto illegale dalle grandi aziende del Nord. che venivano qui a smaltire in economia le polveri di amianto e i rifiuti speciali. Anche quelli pericolosi: un autista ha riferito che i camion venivano lasciati precipitare in discarica insieme al loro contenuto di bidoni tossici. La decisione fu presa in seguito all'incidente di ciii rimase vittima un collega, ustionato dalla sostanza fuoriuscita da un fusto e rimasto cieco da un occhio. Nel 2000 la commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti accert che a Pianura erano finiti i fanghi velenosi dell'Acna di Cengio. "Un quantitativo rilevante - affermò l'ex presidente della commnissione, il verde Massimo Scalia - che purtroppo non riuscimmo a definire con esattezza perché buona parte della documentazione che riguardava i trasporti era andata distrutta o era incompleta". PER ANNI la pm di Napoli Stefania Buda ha lavorato con scrupolo e tenacia a un'inchiesta sui veleni di Pianura. ha studiato gli esposti dei comitati cittadini, le perizie dell'Arpac, le risultanze dei carotaggi disposti dal ministero dell Ambiente. Ha indagato i proprietari della discarica e i collaudatori di una bonitìca e messa in sicurezza dell'area che, si è scoperto dopo. non è stata mai compiuta, nonostante due miliardi e mezzo delle vecchie lire erogati allo scopo dal commissariato per l'emergenza. Ha mandato i Nas a battere palmo a palmo i caseggiati del quartiere per acquisire le cartelle cliniche di chi, a Pianura, si è ammalato o è morto di tumori o patologie respiratorie. Ne uscì un rapporto terrificante sulla presenza di ben 60 casi di linfoma di Hodgkin. POCHI GIORNI FA la Buda ha dovuto gettare la spugna, fìrmando una richiesta di archiviazione. La prescrizione ha cancellato i reati di truffa e falso relativi ai fondi per la bonifica. E i periti non sono riusciti a stabilire un nesso causa-effetto tra le schifezze gettate nella fossa di Contrada Pisani e il moltiplicarsi delle malattie. Quindi la Procura ha chiesto l'archiviazione anche per il reato di epidemia colposa. Resta aperta una parte dell'inchiesta, trasmessa alla sezione Ambiente, che riguarda le condizioni disastrose del sito rilevate durante i carotaggi. Ancora adesso - sottolinea la giornalista Amalia De Simone de Il Napoli, autrice di una coraggiosa campagna stampa sulle vicende di Pianura - dalla discarica fuoriesce percolato e biogas in quantità tale da determinare esplosioni. Ma le speranze di veder celebrato un processo pubblico, che individui i presunti colpevoli del disastro e li condanni a risarcire i familiari delle vittime. sono ridotte al lumicino. SONO ESASPERATI, gli abitanti di Pianura. Ed ebbero gioco facile i violenti e i portatori di interessi speculativi a fomentare, nel gennaio 2008, la guerriglia urbana contro la riapertura della discarica. annunciata (e alla fine rimasta solo sulla carta) dal commissariato straordinario per fronteggiare il riacutizzarsi dell'emergenza rifiuti. Finirono in manette, tra gli altri., l'assessore Pd Giorgio Nugnes, poi morto suicida, e il consigliere comunale Ari Marco Nonno. Per questi scontri i processi sono ancora in corso. Nell'ordinanza di arresto il Gip cita alcune intercettazioni relative alla sparizione di un dossier dell'Enea sugli anomali livelli di radioattività nel quartiere. Un testimone metterà a verbale l'esistenza dell'incartamento, che però non verrà mai ritrovato. "Siamo cresciuti con l'odore della monnezza nei polmoni - urlavano i residenti del quartiere - abbiamo già dato. La discarica è da bonitìcare, non può essere riaperta". Avevano ragione. Lo ha certificato il professor Crescenti, docente dell'Università di Chieti, che al pm ha trasmesso una relazione in cui si evidenzia che in diversi strati non è stata rinvenuta l'impermeabilizzazione. MA SUL VERSANTE epidemiologico non è stato possibile dimostrare un collegamento tra lo sversamento dei rifiuti tossici, l'inquinamento anche questo documentalmente provato delle falde e dei pozzi. e il moltiplicarsi di tumori e linfomi. Nelle due pagine della richiesta di archiviazione si afferma che le cartelle cliniche, i dati lstat, Asl e ospedalieri non sono sufficienti, in assenza di dati circoscritti ai dintorni della discarica e in assenza di studi e di controlli sui soggetti sani abitanti nell'area. Al Gip l'ultima parola su un'inchiesta che rischia di essere sepolta e dimenticata: proprio come i ritìuti tossici di Pianura.
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