"Qui si fa l'Italia e si muore" ...il parlamento europeo ci salvi dalla catastrofe!
lunedì 9 novembre 2009
TANTE, TROPPE DISCARICHE ABUSIVE NELL'AGRO AVERSANO. IL WWF RICHIEDE UN NUOVO FORTE IMPEGNO AI SINDACI PER I CONTROLLI AMBIENTALI
domenica 11 ottobre 2009
TERRENI INQUINATI TRA NAPOLI E CASERTA? IL WWF RILANCIA LA PROPOSTA DELLA CONVERSIONE ALLE COLTIVAZIONI "NO FOOD".
Il WWF rilancia la proposta del NO FOOD !!!
In altre parole, per favorire anche un inizio di bonifica dei suoli inquinati, si potrebbero convertire le coltivazioni di questi territori, non più destinate all'alimentazione umana ma con destinazione diversa, garantendo, al contempo, lo sviluppo agricolo ed economico.
Tanto per fare qualche esempio: è ben noto alla comunità scientifica - aggiunge Alessandro Gatto, biologo e referente volontario del settore rifiuti del WWF Campania - il meccanismo della FITOESTRAZIONE, attraverso l'utilizzo di specie botaniche adatte a questo scopo. L'elenco delle piante da utilizzare sarebbe davvero molto lungo, ci limitiamo, in questa sede, a citare l'impiego della colza per la produzione di biomasse o biodisel, dei girasole per lo stesso utilizzo, del mais per la produzione di plastica biodegradabile, di pioppi (il territorio è adattissimo per questa specie botanica) per l'utilizzo del legno in vari impieghi industriali e poi ancora il lino, la canapa, il cotone e via dicendo. In questo modo si potrebbe riuscire ad ottenere un inizio di bonifica (l'estrazione completa di tutti gli inquinanti immessi nel territorio dell'aversano e del giuglianese sarà davvero dificile attuarla ma in questo modo si potrebbe davvero fare due cose utili: continuità allo sviluppo agricolo e parziale bonifica a costi davvero contenuti).
Ovviamente tale proposta deve essere concretamente supportata dalle associazioni di categoria del mondo agricolo. In passato qualche sigla del mondo agricolo ha anche appoggiato l'idea e pare che qualche timido tentativo sperimentale di coltivazioni no food siano anche state effettuate. Ora si chiede che tutti i siti già caratterizzati come inquinati e quindi pericolosi per le coltivazioni destinate all'alimentazione umana vengano rapidamente convertiti in coltivazioni cosiddette "NO FOOD". Il tutto, ovviamente, sotto lo strettissimo controllo di organi statali che possano scongiurare speculazioni di ogni tipo e lasciando che siano interessati solo ed esclusivamente i territori realmente inquinati e già "caratterizzati" sotto il profilo tecnico-scientifico da avviare a bonifica.
Che dalle parole si passi ai fatti ed anche in fretta perchè sono passati troppi anni da quando si è scoperto il fenomeno dell'inquinamento da rifiuti tossici di questa particolare area della Campania e non si è mai attuato un serio e completo piano di bonifica del territorio.
Per info: Dott. Alessandro Gatto; ebgat@tin.it;
sabato 3 ottobre 2009
Medici per l'Ambiente sull'emergenza rifiuti in Campania: PRIMA LA SALUTE AMBIENTALE e poi... "gli AFFARI"
ll coordinamento Regionale della Campania dei Medici per l’Ambiente è sconcertato per i meccanismi perversi che vengono attuati in tema di smaltimento dei rifiuti, senza che sia possibile un controllo da parte dei cittadini campani di ciò che viene deciso nelle alte sfere per la legge che proibisce di protestare contro la messa a regime di insediamenti considerati ‘ad alto impatto ambientale’. Si giudica, per esempio, molto pericoloso per la salute pubblica il tentativo della NGP Srl (ex Montefibre SpA) di insediare un’industria insalubre di I Classe per lo smaltimento di rifiuti altamente tossici in località Pantano ad Acerra (NA) in luogo di un semplice depuratore, a due passi dall’inceneritore e in un territorio già dichiarato devastato dalla diossina dal Governo nel 2007. E si giudica irresponsabile, altresì, la proposta di insediare un impianto industriale per lo smaltimento di TUTTO il percolato della CAMPANIA a San Tammaro (CE), una struttura che prevediamo ultrapuzzolente per un raggio di
Tutto questo presuppone un COSTO ABNORME !!!
Si invitano, pertanto, le amministrazioni comunali e gli Enti preposti al controllo e alla sorveglianza per la tutela della salute pubblica di valutare attentamente l’opportunità di impedire che impianti siffatti vengano aperti in questi territori (dove da anni SI VIVE MALISSIMO e sono molto elevate le percentuali di patologia tumorale ed endocrina e per incidenza di malformazioni congenite nella popolazione residente) e favorire occasioni di sviluppo ‘ecosostenibili’ mediante l’insediamento di industrie che trasformano, per esempio, i rifiuti indifferenziati in materiali per l’edilizia, ad impatto ambientale zero e possono fin da subito soddisfare l’occupazione di quelle unità (circa 400 operai) che
L’ISDE fa notare che se non si avviano a compimento i siti di compostaggio regionali questa sarà una piaga continua che continuerà ad operare un cospicuo stillicio delle casse pubbliche, con notevoli ripercussioni sul sistema erariale legato all’aumentoTarsu. In merito a questo problema, riteniamo che il rischio di una nuova ’emergenza rifiuti’ architettata ad arte dalle autorità per aprire gli altri tre inceneritori di Rsu è dietro l’angolo e aumenterà l’impatto ambientale (e di conseguenza quello sulla salute) di entrambe le province di Napoli e Caserta. L' opinione pubblica Italiana ed Estera tornerà ad accusare i CITTADINI della CAMPANIA ( Colpevoli o Vittime?) negando il DIRITTO di ognuno di noi ad avere un AMBIENTE SALUBRE.
Caserta 02/10/2009
venerdì 11 settembre 2009
Crimini contro l'umanità: storie di vita ordinaria in terra di Camorra
Giovedi 10 Settembre. Oggi passando per Carinaro, un piccolo pese confinante col mio, mi sono imbattuto in questa scena. La colonna di fumo, dapprima nera e poi bianca, poi di nuovo nera (è quello che accade ogni qual volta prendon fuoco degli arbusti ai lati delle strade o nelle campagne, dal momento che le strade e le campagne del nostro territorio rappresentano una sorta di discariche a cielo aperto ove viene sversato di tutto, senza farla tragica), era ben visibile anche da Gricignano. La cosa che più di tutte mi è sembrata strana (nonostante tutto mi rimane ancora la voglia di indignarmi) è stato il fatto che i ragazzini continuassero a giocare a pallone nonostante l'aria fosse impregnata dell'acre puzza provocata dalla plastica che brucia. D'altronde, mi sono detto, avranno pure il diritto di spendere come vogliono questi ultimi pomeriggi prima dell'inizio della scuola. Il campo di pallone in questione, con dei tubi di ferro malconci a fare da porta, si trova proprio a ridosso dell'edificio che ospita il comune del paese. Mi viene da pensare a quale forma di sicurezza possa avere un campo del genere, con i pali delle porte che a stento stanno in piedi, ma scaccio subito dalla testa il pensiero maligno (sono il solito comunista!!) e mi soffermo a pensare ad un altro aspetto della faccenda: quali e quanti danni subisce la psiche di un bambino nel vedere scenari del genere, costretto com'è ad osservare tutti i santi giorni della sua preziosissima vita cose brutte, cose che hanno solo ed unicamente i contorni, quando va bene, di una bellezza svilita, deturpata, stuprata. E allora mi viene da pensare che noi adulti commettiamo continuamente crimini contro l'umanità, contro l'umanità di questi piccoli che, senza averne colpa, non avranno mai la possibilità di scegliere, perchè il loro futuro glielo stiamo distruggendo noi!
Vanno a fuoco gli stabilimenti della Cubex srl di Maddaloni: è disastro ambientale
articolo tratto da Caserta C'è
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Le fiamme divampano alte, il fumo è già visibile dalla città di Caserta. Finora nessuna comunicazione ufficiale delle autorità, né un atto di allerta della popolazione interessata e residente nelle aree adiacenti all'Interporto.
Sicuramente la Procura aveva incaricato l'Interporto della custodia giudiziale dell'area con una postazione fissa. Una circostanza da verificare, per accertare come il controllo fosse effettivamente assicurato, viste le forti questioni sindacali in atto, conseguenti alla riduzione dell'attività lavorativa dei vigilantes armati in servizio nell'area del Gruppo Barletta.
mercoledì 2 settembre 2009
Un dossier nascosto sui dati dell'inquinamento: a parlare è Tommaso Sodano
“Da febbraio giace nei cassetti del Ministero e della Regione un'indagine condotta dal Commissariato per le bonifiche sulla zona dei laghetti di Castel Volturno: il velo steso su tale vicenda preoccupa anche alla luce della drammatica situazione delle coste campane. Il problema - continua Sodano – non riguarda solo la vocazione turistica della zona (che dista meno di 500 m dal mare) e quindi la balneabilità della costa, ma soprattutto l'agricoltura: nella falda acquifera che contribuisce ad irrigare i terreni sono state riscontrate percentuali 40 volte superiori alla media di idrocarburi, 13 volte di cromo e 45 volte di piombo. Urge una bonifica del territorio ed una pianificazione degli interventi da attuare in un'area dove la camorra ha potuto creare uno scenario allarmante, costruendo discariche abusive e sversando nelle cave, a ridosso degli specchi d'acqua. Parlare di rilancio del litorale domizio in queste condizioni sembra una vera e propria contraddizione in termini: a due passi dai moderni resort e dai campi di golf, l'acqua avvelena i campi e la salute dei cittadini”.
“Non si può più tacere - conclude Tommaso Sodano – gli enti preposti e le autorità hanno il dovere di rendere pubblico tale dossier che va analizzato insieme ai dati provenienti dall'Arpac, che sono già di per sé allarmanti. Le percentuali di metalli pesanti presenti nell'acqua mettono in pericolo la salute dei cittadini. In questi sei mesi la vicenda si sarebbe dovuta affrontare; questo silenzio delle istituzioni non fa altro che creare ulteriore e giustificato allarmismo”.
giovedì 13 agosto 2009
Come on trash, light my fire!
lunedì 10 agosto 2009
Bonifiche e questione territoriale: Peppe Messina interviene nel merito
Il professor Ortolani, con lucida e impietosa analisi, riguardo all’accordo operativo tra Comune di Caserta e Ministero dell’Ambiente concernente gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree di discarica, stoccaggio e trasferenza esistenti in località Lo Uttaro (che prevede l’erogazione di 10 milioni di euro in quattro anni), ci spiega cos’è una bonifica e cosa si dovrebbe fare effettivamente per recuperare quel territorio così profondamente segnato dagli inquinamenti. In particolare ci ricorda che lui, così come chi scrive, ha più volte denunciato che non possono essere usate le cave a fossa in rocce permeabili che ospitano la falda idrica perché non si può garantire l’isolamento alla base e lateralmente dei rifiuti per oltre 15-20 anni e lo scienziato napoletano ribadisce che :
1) non ci potrà essere bonifica se non si cancella dalle scelte governative la realizzazione della discarica Mastroianni che si trova attaccata a Lo Uttaro;
2) “mentre è semplice rimuovere i rifiuti, allora accumulati sulla superficie del suolo, e portarli in una discarica che dia la sicurezza ambientale di non inquinamento, non è possibile “bonificare” la discarica di Lo Uttaro scavata a fossa con la base che sfiora la falda (si e no due tre metri) che era già inquinata dai rifiuti come accertato dalla Magistratura”;
3) E’ assolutamente impossibile isolare i rifiuti dello spessore di oltre 24 metri in maniera efficace e duratura. “Non si può intervenire alla base dei
4) “Non è possibile eliminare l’inquinamento della falda in maniera efficace e verificabile nonché duratura, a meno che non si spostino gli 8 piani di rifiuti che colmano le fosse. Si può contenere ed eliminare l’inquinamento atmosferico;
4) occorre essere chiari e onesti intellettualmente: “la bonifica dei siti inquinati è necessaria ma non può rappresentare una nuova fonte di facili guadagni realizzando interventi che non servono a restaurare l’ambiente e ad eliminare i focolai di inquinamento;
5) “per quanto riguarda la falda deve essere eseguita una accurata e verificabile indagine di idrogeologia tridimensionale con la caratterizzazione delle acque stabilendo esattamente la distribuzione verticale e laterale dell’inquinamento e le sue cause al fine di definire un piano di tutela ambientale e della salute dei cittadini. Anche se la fonte dell’inquinamento si trova nel Comune di Caserta, gli inquinanti si diffondono nel sottosuolo nei territori comunali circostanti: definita l’area danneggiata vanno messi a punto gli interventi che possono anche non essere attribuiti al solo comune dove è ubicato il sito”;
6) ogni progetto deve essere valutato interdisciplinarmente da tecnici super partes di fiducia dei cittadini in modo da definire quali saranno i reali benefici che discenderanno dalla esecuzione delle opere;
7) “I fondi devono servire solo ad eliminare e contenere l’inquinamento; nessuna forma di compensazione per il territorio circostante non danneggiato da interventi privati e pubblici illegali secondo le leggi dell’ambiente”.
Il professor Ortolani ci ricorda, infine che la situazione di Lo Uttaro è pressoché identica nelle altre aree dove sono state allocate discariche, o siti di stoccaggio o siti di trasferenza, ecc. a cominciare da quelli a San Tammaro, a Santa Maria
Le somme che erano state “promesse” come ristoro hanno subìto nel tempo pesanti ridimensionamenti. L’Accordo quadro prevedeva inizialmente misure di compensazione per il capoluogo e per tutti i comuni che hanno accettato di ospitare discariche o altri “impianti” connessi alla cosiddetta emergenza rifiuti per 526 milioni di euro, tagliati poi dal Governo Berlusconi, in sede di Accordo operativo, a 282 milioni di euro. Il sindaco di Caserta, ing. Petteruti dichiara che “Se da un lato possiamo dichiararci soddisfatti perché si dà finalmente il via ad un’azione non più rinviabile di bonifica e di riqualificazione ambientale in un’area critica, dall’altro non possiamo non lamentare che questo Governo continua a disattendere gli impegni assunti. Per il Comune di Caserta erano stati stanziati inizialmente 18 milioni di euro da impegnarsi in opere pubbliche come compensazione per il danno ambientale. Ora quei 18 milioni sono letteralmente spariti: rimangono solo i dieci milioni che probabilmente non basteranno neanche per la bonifica completa di Lo Uttaro e delle aree attigue, inizialmente prevista a carico del Ministero”. Per il sindaco di Caserta, così come per gli altri amministratori di questo territorio, di destra o di sinistra, non fa differenza, l’”affaire” rifiuti passava non da una questione territoriale ma da una questione finanziaria legata ai cosiddetti compensi per danno ambientale.
Poco è importato al governo Berlusconi, al suo sodale Bertolaso, così come ai rappresentanti degli enti locali di Terra di Lavoro, aver consentito, senza colpo ferire se non quello di alzare il prezzo delle compensazioni che, comunque non arrivano, di allocare discariche, siti di stoccaggio, trasferenza, ecoballe e chi più ne ha più ne metta, in piena conurbazione fra policlinici, alberghi, uffici pubblici e residenze private o nelle aree agricole più fertili e produttive del pianeta (San Tammaro, Santa Maria
Vale la pena ricordare che in provincia di Caserta esiste una superficie agraria utilizzata (SAU) di 107.000 ettari pari al 40,69% della sup. territoriale. Media reg. 43,27%) dove operano oltre 40.000 aziende agricole con un’estensione media aziendale di Ha 2,67 (Media reg. 3,6. Italia 7,4).
Nel territorio di Terra di Lavoro si producono:
· 17 Vini di cui 5 DOC e vari IGT
· Mozzarella di bufala campana DOP
· Mela Annurca Campana IGT
· Castagna del vulcano di Roccamonfina
· Formaggio Caso Peruto (esiste da oltre 2500 anni)
· Formaggio Conciato Romano (si produce da oltre 2000 anni)
· n. 2 olii extravergine di oliva con marchio IGT
· n. 3 marchi famosi a livello mondiale per la produzione di acque minerali
La provincia di Caserta è fra le prime in Italia per la produzione di ciliegie, fragole e nettarine. Il patrimonio bufalino è costituito da oltre 160.000 capi pari a quasi il 50% del patrimonio nazionale mentre la mozzarella prodotta ogni giorno è circa 108.000 kg è pari al 25% della produzione nazionale. Il patrimonio bovino è pari a oltre 25.000 capi. Il nostro futuro è legato dunque all’agricoltura, alla filiera agro industriale, all’ambiente e al territorio. In qualche modo “condannati” alla qualità.
La questione del come si dovrebbe fare la bonifica, quindi, si sposa invitabilmente sul dove sono state fatte tali scelte. In un paese normale le aree appena indicate sarebbero state come minimo recintate, superprotette, poiché lì c’è la dispensa del nostro presente e le risposte al nostro futuro e dove si realizza la ricchezza di questa provincia. Ma la questione dell’agricoltura e del territorio della provincia di Caserta non stanno nell’agenda dei politici e di nessuna forza interessata. Politici interessati solamente ai consensi acritici di un popolo che aspetta ancora un “Salvatore” senza capire che la causa del nostro disastro o della nostra salvezza sono rappresentati da noi stessi.
Se le cose stanno così, la domanda da porsi è: “Dove stiamo andando? Qual è l’idea di sviluppo che la politica ha di questo territorio?”.
Mi viene di ricordare, a questo punto, un antico adagio indiano che dice: “Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
domenica 9 agosto 2009
Auto bruciate, il fenomeno si intensifica sul territorio di Gricignano e Teverola
lunedì 3 agosto 2009
ALLARME INCENERITORE DI ACERRA, SODANO: ‘SITUAZIONE GRAVISSIMA’
A 128 giorni esatti dall’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra il valore delle PM10 (Il Decreto ministeriale n°60 del 02/04/2002 recita che “Il valore giornaliero di 50 µg/m3 non può essere superato più di 35 volte nell’arco dell’anno solare” ) è stato superato nell’area della zona industriale di Acerra di ben 50 volte, e per diversi giorni è stato molto prossimo alla soglia dei 50 e in alcuni giorni sulle tabelle c’è un N.D.(non disponibile) Ieri, giovedì 30 luglio è arrivato a 117,2 µg/m3.!
Non ho piu’ parole per evidenziare una situazione gravissima! C’è una legge che va applicata e chi non lo fa si rende corresponsabile del disatro ambientale che si sta producendo con gravi conseguenze per la salute delle persone. Una settimana fa chiedevo l’intervento della Procura ( a cui mi sono rivolto con una denuncia il 1° giugno 2009) per porre sotto sequestro quegli impianti che stanno avvelenando un territorio, oggi lo ripeto con forza in considerazione del continuo e incontrollato sforamento dei valori di emissione.
E continuiamo a parlare solo di tre centraline su un territorio vasto e ci stiamo occupando solo delle Pm10, ma quali sono i valori delle diossine?? Abbiamo diritto a delle risposte chiare. Sull’altare del profitto dell’Impregilo, prima, e della A2A , oggi, non si può sacrificare un territorio!
fonte: ilmediano.it
sabato 1 agosto 2009
Auto date alle fiamme: è il fenomeno dell'ultima ora che interessa le campagne di Succivo e Orta di Atella
venerdì 31 luglio 2009
Uno stato efficiente praticherebbe una pena capitale meno costosa!
Dopo avere indugiato sul posto una mezz'orettta mi metto in auto e torno sulla mia strada, incerta come non mai. L'autoradio canta una canzone di Rino Gaetano: [...] è una ruota che gira, che gira..gira, gira e se ne va...ma ritorna e dopo parte...gira, gira e se ne va [...]
lunedì 20 luglio 2009
"A" come amianto, "S" come Succivo
Casapuzzano: terra mia che te ne vai...
mercoledì 15 luglio 2009
Camion bruciato con carico di rifiuti nelle campagne di Gricignano
Gricignano di Aversa. Sono le 15.30 circa di mercoledi 15 Luglio 2009 quando giungo in una località campestre di Gricignano che si trova alla fine della strada cosiddetta "comunale Sarnelli" (la seconda che si imbocca sulla sinistra percorrendo la Strada Provinciale Gricignano-Succivo in direzione Succivo). Lo spettacolo a cui si assiste percorrendo tutta la strada è di quelli da far paura: un pezzo di territorio completamente sottratto ad una qualsiasi forma di controllo, da parte e dello stato e dei cittadini onsesti, dove è possibile sversare e bruciare ogni sorta di rifiuti nella totale tranquillità e con la certezza di non essere redarguiti da nessuno, tantomeno da chi viene pagato per tutelare la salute pubblica dei cittadini. Della strada comunale Sarnelli già in passato ce ne siamo occupati, denunciando con più di un post il totale abbandono dell'area, oramai meta preferita dagli ecocriminali locali. Ora ci tocca registrare l'ennesimo misfatto: un intero camion dato alle fiamme assieme a tutto il carico di rifiuti che esso conteneva. Non vogliamo nemmeno immaginarci quale fosse il contenuto del cassone del mezzo. In questa sede ci limitiamo a denunciare mediaticamente lo stato di abbandono di tutta l'area che, neanche a farlo apposta, dista a poche decine di metri da un altro sito stracolmo di rifiuti tossici, Santa Maria a Piro, che attende di essere bonificato. Intanto si continua a morire e sempre più persone si ammalano di cancro, in particolare sempre più bambini.